Pantelleria: L’isola segreta alle porte della Sicilia
Nel suo articolo "So Close to Sicily, So Far From the Crowds", pubblicato il 29 maggio 2024 sul New York Times, Amy Tara Koch ci porta alla scoperta di Pantelleria, un’isola vulcanica situata tra la Sicilia e la Tunisia, lontana dai percorsi turistici tradizionali e dalle folle. Riconosciuta per i suoi paesaggi incontaminati e le tradizioni secolari, questa isola dall’atmosfera unica attira coloro che cercano un rifugio fuori dal tempo.
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© Paolo Pellegrin
Un’isola lontana dai cliché
Pantelleria, soprannominata "l’isola del vento", è una destinazione che si ama o si odia, come spiega l’autrice citando Sciascia Gambaccini, una stilista italiana con una casa per le vacanze sull’isola da 33 anni. A differenza di Capri o della Costiera Amalfitana, Pantelleria non offre boutique di lusso né località balneari sofisticate. L’isola si vanta della sua assenza di spiagge di sabbia bianca, preferendo le sue scogliere frastagliate e le rocce vulcaniche dove gli abitanti si rilassano prima di tuffarsi nelle acque turchesi.
Questo luogo selvaggio e preservato offre un’esperienza decisamente diversa. Le strade strette, i dammusi (queste case bianche di pietra lavica) e i paesaggi aridi testimoniano l’autenticità che caratterizza Pantelleria. Attraversando le sue strade strette a bordo di piccole auto come la Fiat Panda, molto amata dai locali per la sua maneggevolezza, si attraversano valli verdi e altipiani desertici, dove crescono liberamente cactus, capperi ed erbe aromatiche.
Un ricco patrimonio storico e naturale
L’isola, sebbene piccola con i suoi 32 miglia quadrate, ha una storia ricca. Abitata fin dall’età del bronzo, conserva reperti di numerose civiltà, dai Cartaginesi ai Romani, passando per i Bizantini. L’autrice ci porta indietro nel tempo descrivendo siti storici come i monumenti funerari di Mursia o le terme romane di Nikà, dove ancora oggi si può godere delle acque calde scolpite nella pietra.
Oltre a questi tesori storici, Pantelleria è un vero gioiello naturale. Circa l'80% dell’isola è protetto da un parco nazionale, che offre agli escursionisti sentieri ripidi e panorami mozzafiato sul Mar Mediterraneo. E per chi preferisce rilassarsi, le sorgenti termali naturali, come la famosa grotta di Benikulà o lo Specchio di Venere, sono tappe obbligate. Questo lago dalle acque acquamarina, incastonato in un cratere vulcanico, invita i visitatori a spalmarsi di fanghi terapeutici prima di immergersi nelle sue acque sulfuree.
Una cultura gastronomica unica
Pantelleria è anche un luogo dove la cultura gastronomica locale è esaltata. Famosa per i suoi capperi e il vino passito, l’isola offre un’esperienza culinaria unica. Gli abitanti hanno saputo domare questo territorio arido piantando vigneti e capperi in cavità del terreno, protette dal vento da muretti di pietra. Il vino passito, prodotto con l’uva zibibbo, è una specialità locale, rinomato per il suo sapore ricco e la sua dolcezza. Questo vino da meditazione si gusta lentamente, spesso accompagnato da piatti tradizionali come le melanzane fritte, la caponata o i ravioli ripieni di ricotta.
La visita ai vigneti, come quello di Donnafugata, è una tappa imperdibile dell’isola. Qui, i visitatori possono degustare il vino immersi nella natura, circondati da vecchi ulivi e giardini profumati di capperi. Un’immersione totale nell’essenza stessa di Pantelleria.
Un rifugio esclusivo
Pantelleria non è una destinazione facilmente accessibile, ma è proprio questo che ne costituisce il fascino. Come spiega l’autrice, è necessario prendere un volo specifico o un traghetto dalla Sicilia per raggiungerla, e anche una volta sull’isola, l’accesso a calette e baie nascoste richiede spesso uno sforzo in più. Ma per chi apprezza la tranquillità e la bellezza incontaminata, l’isola offre un totale cambiamento di scenario, lontano dal turismo di massa.
Così, come conclude Giulia Pazienza Gelmetti, proprietaria dell’hotel Sikelia, Pantelleria "attrae un tipo di viaggiatore specifico", capace di apprezzare la bellezza discreta di quest’isola poco conosciuta. Per questi visitatori, ne vale la pena, perché ripartono con la sensazione di aver scoperto un segreto ben custodito, un vero eden tra l’Africa e l’Italia.
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